Forza, fermezza e testa dura, l’esempio di Raffaella per le donne

A pochi giorni dalla festa delle donne abbiamo il piacere di raccontarvi la storia di una donna della Val di Fassa che a vent’anni si è spostata a Milano ma che tiene sempre nel cuore i suoi monti e la sua valle. Lei ha iniziato a quarant’anni a correre ed è segno che le donne quando si mettono in testa qualcosa sono capaci di raggiungerlo.
Raffaella come è nata questa passione per la corsa?
Ho iniziato a fare le gare a fine 2021. Sono sempre stata sportiva, da ragazza facevo agonismo con lo skate in Fassa, poi mi sono fermata, mi sono sposata, sono andata a vivere a Milano, ho avuto tre figlie e questo ha portato dei cambiamenti nella mia vita. Prima correvo solo poco, ma ho avuto qualche problema e ho dovuto perdere 50 kg. Poi ho iniziato a fare piccole gare e mi sono data come obiettivo il fatto di riuscire ad arrivare prima di mio marito, che corre per passione da più tempo. All’inizio facevo gare più corte di 5 km, quest’anno ho iniziato a fare i 10 km e a breve inizierò con le competitive di 21 km.
Cosa fai per prepararti?
Vado a correre un giorno si e un giorno no. Faccio 5 km solo per tenermi in allenamento, oppure ne faccio 10 per prepararmi per le mezze maratone… Quando vengo in Val di Fassa cerco di allenarmi anche qui, lungo la pista della Marcialonga. È una cosa che mi porto dentro, la Val di Fassa è come l’ossigeno per me, ogni tanto devo venire anche solo per vedere il Sassolungo.
Cosa ti piace della corsa?
È diventata una passione, tanto che se non riesco a fare gli allenamenti, la sera sento che ne ho bisogno. Non è sempre facile… E’ un impegno di corpo e testa, io la mattina presto vado a correre prima di andare a lavorare in ufficio.
Quali sono i tuoi obiettivi?
Abbiamo l’obiettivo di fare le più grandi maratone d’Europa; Oslo, Berlino, Valencia e anche quella di New York. Queste sono maratone di 42 km. E poi mi piacerebbe fare la Marcialonga Running, che è di 21 km.
Tutte le donne possono mettersi a correre a questa età e a questi livelli?
Bisogna sempre guardare cosa si è portati a fare. Io sono fortunata perché ho il sostegno della mia famiglia e del lavoro. Lavoro in un’Azienda che produce biodiesel, è una start-up. La mia titolare quando sa che devo fare gli allenamenti mi lascia andare, durante la pausa, e se dovessi rientrare mezz’ora dopo, non direbbe nulla: è un gran sostegno. Capisco che non è così per tutte e che sicuramente per una donna è più difficile che per un uomo, perché bisogna star dietro ai figli e lavorare, ma la vita passa in fretta e le donne devono imparare a prendersi del tempo per il loro benessere, per stare bene con loro stesse e con gli altri.
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